- REPLICHE /1 marzo 2025 h. 19:00
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A senza nome
con Michela Diviccaro
drammaturgia: Teodora Mastrototaro
collaborazione alla drammaturgia: Daniele Nuccetelli
sound design: Daniele Vergni
ideazione scenica, luci, regia: Daniele Nuccetelli
aiuto regia: Mariella Parlato
movimenti coreografici: Monica Mango
costumi: Werkstattesantamaria di Cia Caporusso
bambola realizzata da MR 3D makers
tavolo costruito da Gianluigi Carbonara
barca a vela creata da Jacopo Garribba
foto di scena Antonella Dargenio Cinzia Dibenedetto
regia video: Daniele Cascella
cameraman: Pietro Damico
registrazioni audio: Andrea Ruscitto ⌊miriam recording studio⌋
montaggio video: Leonardo Birindelli
grafica: Akhu
Produzione: Il Celo di Carta
“In giudizio non si crede se non a chi ha giurato”
Così i romani sintetizzavano l’essenza sacrale che la formula del giuramento assumeva nelle azioni processuali.
Ma in che modo si combatte una legge ingiusta? Chi si nasconde veramente dietro i volti di coloro che hanno fatto della democrazia una deviazione politica personale e illegittima? E con quali mezzi sono riusciti a trasformare una società civile in un teatro dell’orrore?
A senza nome prende spunto dall’Antigone di Sofocle per rispondere a queste domande dando vita a un racconto epico-moderno tratto da un’avvenimento realmente accaduto.
Una donna decide di mettere in scena la sua storia attraverso un vero e proprio circo di personaggi stravaganti, grotteschi, surreali; un mondo di facce e di esistenze – interpretate da lei stessa – che l’aiuteranno ad esumare il proprio nome dimenticato prima ancora di quello del fratello morto e l’accompagneranno fino a un’istante prima del numero finale dello show, proprio nell’attimo in cui Il respiro del pubblico si ferma e l’acrobata dà inizio alla sua danza nel vuoto, lassù in alto, per aiutarci a sconfiggere le nostre stesse paure.
A senza nome è una parabola in cui i personaggi della vicenda scritta da Sofocle si fondono con altri della nostra contemporaneità; una storia tanto simile a quella dell’eroina greca quanto reale, costruita grazie a un fitto gioco di ruoli creato dalla stessa protagonista per riuscire a entrare nella trama della propria vita e contendere al suo avversario – che gli altri chiamano il Capo – quel segreto che tutti devono conoscere.
“Quindi io, consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, m’impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.”
In iudicio non creditur nisi iuratis.