• PRIMA REPLICA /Sabato 13 GENNAIO 2018, h. 21
  • SECONDA REPLICA /Domenica 14 GENNAIO 2018, h. 18
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Spettacolo consigliato ad un pubblico adulto.

Pensare a Bukowski oggi è come pensare a una possibilità di vita che non c’è più. Eppure di quel’900 non ci siamo davvero liberati. C’è un’anima blues e jazz che ancora persiste, che chiama all’idea di viaggio, all’idea di sogno. C’è ancora un odore di cantina  e di vino e di poesia nei sogni di un’intera generazione, desiderio e nostalgia di perdersi in una straziante voglia di vita. E Vito Signorile, attore, regista e uomo di “ordinaria follia”, che in oltre quarantanni di palcoscenico ha attraversato classici dei teatro, drammaturgia contemporanea, teatro popolare, poesia e musica, vi si immerge con giovanile entusiasmo. Ancora in viaggio.

Critiche

… Licia Lanera dirige con maestria, delicatezza e raffinata sensibilità uno spettacolo che fonde letteratura, arte e vita, portando in scena una materia drammaturgica emozionante, attenta, potente, penetrante e perturbante, come il suo protagonista. Una pièce che fa scoprire e rivivere un grande scrittore, nella sua intimità più nascosta, resa e incarnata alla perfezione dal corpo, dalla gestualità e dalla vocalità di Vito Signorile, attore dotato di carisma, esperienza, dolce disperazione e giovanile entusiasmo, affiancato da Sara Bevilacqua, compagna di follia, di delusione, di passione, di malinconia e sofferenza… (Maresa Palmacci (25)( Repubblica.it)

Generalmente los comentarios, o críticas, sobre un espectáculo teatral, se inician por el autor, por la obra, por su contenido, la puesta en escena, (al menos así lo hago yo, ya que me ocupo de la visión filosófica del espectáculo), pero en este caso partiré del actor, porque   Vito Signorile, hombre de gran experiencia escénica, me resultó el aspecto más interesante de la experiencia Bukowski en el Vascello. Su trabajo, su actuación, es decididamente excepcional. Un rol muy difícil, riesgoso, lanzado, expuesto, con una estética comprometida que es una cierta forma de desacralización de lo bello.
A veces inclusive, con una exposición física y psíquica al borde de lo disgustante para el observador. Su empeño es perfecto, y muestra una magnífica calidad como actor. Chapeaux por su trabajo brillante…
In genere i commenti, o critiche,  su uno spettacolo teatrale, si iniziano con l’autore, l’opera, il contenuto, la messa in scena, (almeno così faccio io, giacché mi occupo della filosofia dell’opera), però in questo caso partirò dall’ attore, perché Vito Signorile, uomo di una grande esperienza scenica, mi risultò l’aspetto più interessante della esperienza Bukowski al Vascello.
Il suo lavoro, la sua performance, è decisamente eccezionale.
Sul ruolo: difficile, rischioso, esposto, spinto, con una estetica  compromessa con una certa desacralizzazione del bello.
col coinvolgimento fisico e psichico del pubblico a volte rischiando il disgusto.
Il suo impegno è perfetto, e mette in mostra la sua magnifica qualità come attore. Tanto di capello per il suo brillante lavoro…

… Vito Signorile dai suoi quasi settant’anni incarna un pezzo di storia del teatro, della città, del Sud in scena. E si mette nei panni di Bukowski… sfidandosi, affidandosi al teatro contemporaneo, diventando contemporaneo di se stesso… In Blue Bird Bukowski Signorile è un “Hank” nostrano. Intendendo con l’aggettivo l’autenticità che traspare dall’attore che si confonde con la persona che si immedesima nel personaggio. Qualche volta lo tradisce l’accento, altre i quarant’anni di palco che si fanno sentire nella voce cavernosa, attenta a tecnica e dizione. Ma per il resto della prova, Signorile da una lezione di come si recita, come si sta in scena, come si prende (e s’abbandona) il pubblico. Di come si fa il mestiere. Guidato dalla regia ormai ‘esperta’ di Licia Lanera, una giovane ‘vecchia’ per quanto riguarda competenza, strada fatta e dimestichezza con l’agire teatrale… (Emilio Nigro)

… Il vecchio Chisaski, che Vito Signorile offre allo spettatore, è un personaggio autentico, creato con la maestria di un attore navigato, che devia dalla realtà biografica del personaggio per produrne una sorta di testamento emotivo. Signorile è un animale da palcoscenico che, da veterano del teatro qual è, regala una prova di come si incanta il pubblico, presentando allo spettatore un corpo divorato dalla propria arte; che non derivi proprio da questo la scelta del personaggio? (Mila di Giulio)

Regia di Licia Lanera – retta con delicata mano femminile eppur dura e ferma – lucida, asciutta, senza sbavature, essenziale per racchiudersi in precise geometrie, in una scenografia (realizzata da Michele Iannone) povera ma che tramuta la stanza in prigione, in obitorio, in osteria, in alcova al mutare delle parole, al muoversi dei corpi, osceni quanto basta. Al rotolare di vuote lattine di birra. Ed i corpi, strabordanti, sono oggetti di scena e la vera scena essi stessi.
Vito Signorile è ad una prova alta del suo percorso artistico, sa essere doloroso, cinico, sbavato e amaro, gorgheggiante di illusioni e promesse, ingordigie e ricordi, avvilito, incupito ironico, beffardo, misterioso (e su questo pedale pigerei ancora) (Egidio Pani)

…Giusto per chiudere queste poche considerazioni, che ben altra atten­zione meriterebbero, lasciami dire, che una delle tue ultime interpretazioni mi ha segnato. Ti sapevo abile al mestiere ma nei panni di Bukowski ho incontrato un attore che è sceso nell’inferno per tornare tra noi e parlarci del cielo. Straordinaria evocazione della terribile bellezza della poesia degli sconfitti, della strada e del fango. (Michele Damiani)

… dal primo monologo di Vito Signorile, tutto diventa pura emozione. La scrittura di Spagnulo la si beve, insieme a quel che resta di lattine intrise di arsura e passione. Signorile si fa carne, sudore, nicotina e, al tempo stesso, poesia leggera, che lascia il segno. La stessa personificazione Signorile/Bukowski, per chi lo conosce come attore di ben altro genere, è un atto coraggioso. Le sue sono movenze che riescono a descrivere lineamenti e passi che hanno davvero segnato l’irruento cammino d’amore, vita, morte e passione di uno scrittore che non ha fans a cui può piacere poco. Bukowski è si o no. Vita o morte. Poesia o nient’altro…