• SPETTACOLI /22 MARZO 2018, h. 21.00
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Rassegna DAB – Danza a Bari
Teatro Pubblico Pugliese/Comune di Bari

 

Amore mio dimmi – dove
Pascoli il tuo bestiame?
Ho grande voglia di rannicchiarmi
Nella sua ombra
Mi stravolgi la mente
Sorella mia e sposa
Mi stravolgi la mente
La sua testa è oro puro
Le giunture delle tue cosce
Una mano d’artista le torniva
Al mattino vedremo
Se la vigna è fiorita
Perché l’amore è duro
Come la morte
Il desiderio è spietato
Come il sepolcro
a cura di Guido Ceronetti, Cantico dei Cantici

Ma prima di tutto la vita cerca il suo corpo
Marìa Zambrano, Los bienaventurados

Tutto quel che è vuoto, il vacuum lucreziano, il deserto, una fossa, una stanza, una carcassa, uno scatolino, è una parte del grande mistero, significa attesa di qualcuno o presenza occulta
a cura di Guido Ceronetti, Cantico dei Cantici

Tutto si origina dal libro conosciuto come Cantico di Salomone, il più sublime tra i cantici, dove confluiscono, a partire dal IV secolo a.C., poemi mesopotamici. Qualcosa accade in una pianura d’oro, tavola dove si svolge l’azione. Corpi che si definiscono attraverso il bagliore della luce che sempre si muove tra notturno e penombra. Tutto si articola attraverso otto momenti: idilli pastorali, frammenti sull’amore in forma di adiacenza, vicinanza e tattilità. Nel silenzio tagliente, vacuum lucreziano.
La proliferazione continua del gesto tende a creare uno spazio scheggiato dove la danza perduta di uomini e donne, stravolge i corpi che insieme tendono a costruire la fisicità di un luogo primordiale e primitivo. Si odora di origine. Una canzone a due voci che risuona in tutti i corpi. Piacere, dolcezza e tormento dei gesti. S’intravede nella penombra un pascolo odoroso di corpi. Otto momenti che indagano, se è possibile, e se così si può dire, il vuoto sacrale che non nega niente e annuncia qualcosa con le sue membra. Virgilio Sieni