- REPLICHE /1 marzo 2025 h. 21:00
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Olivhood
di e con Annamaria Di Pinto e Michele Di Bari
regia di Annamaria Di Pinto
aiuto regia Luigi La Forgia
Produzione: Il Cielo di Carta
Una tarda sera, nel futuro 2073. Nelle campagne non c’è più nessuno. Gli uomini sono tutti morti, tranne pochissimi sopravvissuti, le terre sono desertificate, le piante non ci sono più, l’agricoltura è ormai un lontano miraggio. È tutto morto, tranne Hope un piccolo ulivo bonsai. Olivhood racconta di una terra ormai abbandonata da tutti e bruciata da un evento finale distopico, di un sistema che ha stritolato padroni e operai, di un disastro ambientale che ha costretto i frutti a sparire per sempre. Ma ricorda quando durante la sua giovinezza, la famiglia e il Quartiere lo hanno allevato, lo hanno forgiato, con l’assenza, con la durezza della strada, portandolo a sognare altro, quell’ “altro” che diviene sogno in un cassetto vuoto, sogno di essere “Qualcuno”, di essere “qualcos’altro”, a disprezzare in quel periodo la terra, quando era ancora fertile, seppur sempre dura e difficile, per inseguire una nuova famiglia che lo accogliesse. I ragazzi del Quartiere e anche Olivhood vogliono possedere il profumo che il ricco signore lascia per strada passando e non possono comprare. Così l’unica via sembra essere il crimine. Olivhood è un ladro di sogni, un ladro di fiori, ma non ruba ai ricchi per dare ai poveri, ruba la speranza di una nuova vita da ostentare, per comprare quel profumo e andare via dal Sud. Il Sud del mondo. Incontra personaggi ambigui, eroi, boss e fratelli, che cercano di corromperlo, sopravvissuti alla “Grande Esplosione”. Olivhood è eternamente il nostro Sud e solo lui ha l’Acqua.