• PRIMA REPLICA /Venerdì 1 febbraio 2019, h. 21
  • SECONDA REPLICA /Sabato 2 febbraio 2019, h. 21
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ELSE
Tra il dire e il fare/la luna nel letto
di Nunzia Antonino e Carlo Bruni
Liberamente ispirato all’opera di Arthur Schnitzler, La signorina Else, sulla base della traduzione di Giuseppe Farese

con NUNZIA ANTONINO
impianto scenico e regia Carlo Bruni
assistente alla regia Olga Mascolo
ricerca musicale Sergio Antonino
costumi Atelier 1900
direzione tecnica Filippo Losacco
allestimento Sebastiano Cascione, Michelangelo Volpe
struttura Michele Barile
elementi di arredo MISIA
amministrazione Isa Pellegrino
foto di scena Patrizia Ricco
si ringraziano per la complicità Michelangelo Campanale, Pino Loconsole, Saverio Massari, Maria Pascale, Katia Scarimbolo
una produzione La Luna nel Letto / Tra il Fire e il Fare con il sostegno di Teatro Rossini di Gioia del Colle – sistemaGaribaldi – Linea d’Onda in collaborazione con Fondazione Popolare contro l’Usura

Fondandoci sulla novella di Arthur Schnitzler, scritta come monologo interiore nel 1924 sotto le stesse influenze che avrebbero dato corpo alla psicanalisi di Freud, siamo partiti dall’adolescente in vacanza e dal suo dramma alimentato da un debito del padre nei confronti di un laido signor Dorsday. Debito che lei è invitata a estinguere con “strumenti” ritenuti ormai comuni, perciò lontanissimi dal produrre scandalo, ma ancora oggi “perfettamente” in grado di alimentare le tragiche conseguenze svolte dal racconto. La nostra direzione è condizionata dall’anagrafe: Else non è la diciannovenne dell’originale, piuttosto lo è stata. Rimasta impigliata nella lettera che scatenò il dramma, è alle prese con lo stesso Veronal di allora: medicinale ormai però fuori moda; veleno inadeguato al ruolo e dunque anche inutile a domare il reiterato dolore. La nostra Else vive in un mondo sordo, immerso in una crisi culturale non dissimile da quella che ispirò Schnitzler: fonte di ossessioni, nel migliore dei casi in grado di condurre alla follia.

“monologo tracimante di discese ardite nell’Io. Ed è proprio nel fulcro dei significati che ci aveva regalato Schnitzler, che Nunzia Antonino propone l’aspetto più interessante del lavoro, quando sceglie di affrontare questa solida base di segni facendosi attraversare da flussi di coscienza in maniera tale da non esserne dominata, ma padroneggiandoli tutti, con la voce e con il corpo. Una scelta niente affatto scontata, offerta con precisione e costante presenza”.
Riccardo Limongi Teatro.it

“La Antonino, che avevamo lasciato nei panni di una donna adulta, Lenor, è assolutamente credibile in questa prova da infante e adolescente. Si rivela una grande attrice. Mai come questa volta il lavoro sul corpo e la parola rendono appieno la freschezza di un testo che sembra scritto domani”. Giancarlo Visitilli La Repubblica

“La Else di Antonino qui ride, piange, straziata e travolta, come in una “allegria dei naufragi”… Impudica, copre e scopre quel corpo oggetto del desiderio, atteggiandosi alla Lola de L’Angelo azzurro, prima di arrivare alla soluzione finale… fragile e sconvolta, infantile e matura, sempre in linea con una dimensione drammatica della condizione femminile”.
Pasquale Bellini La Gazzetta del Mezzogiorno

“Su un piano inclinato Nunzia Antonino – un’attrice di grande versatilità, capace di intensità e bravura – si fa attraversare dalla confusione di Else, specchio del dramma di un’intera epoca, accompagnandola verso l’abisso. Una solitudine e uno sperdimento, un’inadeguatezza alla vita che Schnitzler riferiva al proprio
tempo, foriero di presagi di morte ma che, in maniera allarmante, segna ancora oggi tanta giovinezza”.
Nicola Viesti Hystrio

“Else non è più la giovane diciannovenne ferita a morte senza preavviso dal dramma della sua esistenza, ma una donna costretta, forse condannata, quasi fosse in un girone infernale dantesco, a ripetere ogni sera la sua storia. Bruni ed Antonino sembrano rispondere, tramite una messa in scena indimenticabile, nel migliore dei modi, facendo proprie ed attualizzando le parole dello stesso Schnitzler”.
Pasquale Attolico LDS Magazine

“Seducente e accattivante la donna-bambina ci porta con sé nei meandri della psiche, cui fa eco il trio di specchi alle sue spalle. Dei pochi oggetti di scena forse questo è il parente più stretto cui si rivolge, quell’unico in grado di confermarle e riprodurle la realtà che ha attorno e l’unico che volente o nolente non può mentirle o strumentalizzarla. La Antonino grida “Else” dalla punta dei riccioli biondi ai piedi nudi segnati dall’esperienza e rapisce il pubblico con una interpretazione stellare”.
Daria Falconi Giorgia Groccia Recensito.it