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GLI ENEADI
da Publio Virgilio Marone
adattamento e direzione di Marinella Anaclerio
con Antonella Carone e Domenico Piscopo

Ma che gente è la tua? Che barbaro costume
ci impedisce di scendere a terra e di fermarci
Sulla spiaggia? Perché farci guerra?
Se avete In poco conto il genere umano
e le armi degli uomini, temete almeno
gli dei che ricordano e giudicano
(Eneide libro I 539-543) 

Marinella Anaclerio e Flavio Albanese lavorarono sull’Eneide nel 2004 con un gruppo di attori in una sala prove all’Esquilino a Roma, quartiere storico dell’immigrazione, realizzando un progetto internazionale.
Virgilio, all’indomani dell’esproprio delle sue terre e della perdita di tutto quello che era appartenuto alla sua famiglia, si ritrovò a dover cantare le lodi di colui che l’aveva espropriato, togliendo la dimora ai suoi “Penati”, dunque togliendogli con la destra molto più di ciò che gli aveva dato con la sinistra. Il poeta creò un corto circuito tra la narrazione epica e l’esperienza personale, trasmutandola in un’altissima riflessione sulla storia delle civiltà, facendo di Enea ”profugo per volere del fato” un vero e proprio profeta, il Pater Patriae. Il nostro testo, allo stesso modo, è nato dal corto circuito tra il poema virgiliano e storie di migranti raccolte nei centri di prima accoglienza romani tra il 2003 e 2004. Oggi, sulla base di quel lavoro, si è pensato ad una mise en espace più agile e capace di adattarsi a spazi anche non convenzionali, proprio per tornare a cantare le riflessioni alte su un tema più che mai caldo. Un uomo ed una donna danno voce e cuore a tutti i personaggi trascinando la platea in un viaggio che continua a ripetersi, in condizioni sempre più disperate ai giorni nostri. Abbiamo ripreso il lavoro scegliendo i passaggi fondamentali del poema: La fuga da Troia in fiamme, il naufragio a Cartagine, la discesa nell’Ade, l’approdo alle foci del Tevere, la nuova guerra per potersi fermare e sopravvivere in pace. Sono il percorso umano di Enea e dei suoi uomini; quello divino è troppo aldilà da venire. Il regno nascerà secoli dopo. Siamo stati attenti ad ascoltare il contro canto in minore di Virgilio, che come il Quelet non fa che ripetere “vanità, vanità immensa tutto è vanità”. Le musiche dello spettacolo, realizzate dall’orchestra di Piazza Vittorio, non furono pensate a tavolino, ma generate dalla condivisione delle prove, dunque una colonna sonora che è personaggio in continuo dialogo con le
situazioni, partecipa o ne prende le distanze pietosamente.
Ci sono circa 70 conflitti in atto sul pianeta, coinvolgono circa 800 milizie, ci sono circa 70 milioni di profughi. Enea e gli Eneadi sono tra loro. Il loro regno abita già nella casa del futuro.

…Regina se i fati
mi avessero permesso di condurre la vita
come volevo, secondo i miei veri desideri,
sarei rimasto a Troia, vicino alle dolci reliquie dei miei
(Eneide libro I)