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IL GABBIANO
ovvero quanta strada ha fatto Cechov per arrivare a Yokohama?
di Anton Cechov

Personaggi e interpreti:
Irina: Manuela Kustermann
Trigorin: Paolo Lorimer
Sorin: Massimo Fedele
Mascia: Sara Borsarelli
Dorn/Medvedenko: Maurizio Palladino
Nina 1: Arianna Battilana
Nina 2: Anja Sozzani
Kostia: Domenico Macrì

Scene e costumi Giancarlo Nanni. Luci Valerio Geroldi. Assistente alla regia Gaia Benassi, Lorenzo Venturini. Direttore di scena Danilo Rosati.
Regia Giancarlo Nanni
ripresa da Manuela Kustermann.
Produzione Centro di Produzione Teatrale La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello (Roma).

La Fabbrica dell’Attore festeggia quest’anno il 50° anno di attività, e vuole ricordare Giancarlo Nanni – fondatore e anima della compagnia, prematuramente scomparso nel 2010 – con la riproposta di uno degli spettacoli che meglio rappresentano la sua originale cifra stilistica e poetica: Il Gabbiano Ovvero quanta strada ha fatto Cechov per arrivare a Yokoama?. Si tratta di una delle opere di maggior successo firmate da Nanni nata, come era nella modalità del lavoro della compagnia, attraverso un lungo percorso di studio, laboratori e prove.

La versione riproposta vedrà in scena il cast originale (si prevedono delle sostituzioni solo per i ruoli più giovani di Nina e Kostia) la regia sarà quella di Giancarlo Nanni ripresa da Manuela Kustermann che per più di trent’anni ha condiviso in scena la sua poetica e che avrà il compito di far rivivere le magiche atmosfere costruite dal regista; lo spettacolo, a lungo applaudito in Italia, registrò un grande successo anche nelle tournée internazionali con repliche a La Mama di New York, Tokio, Kiev, Mosca, Il Cairo, Buenos Aires.

Il Gabbiano incarna pienamente il concetto di teatro-immagine, di cui Giancarlo Nanni fu pioniere negli anni ‘60, in cui la pittura performativa e di dimensioni colossali sconfinava dalla tela allo spazio circostante coinvolgendo emotivamente lo spettatore. Giancarlo Nanni, greco di nascita, ma di formazione internazionale, iniziò la sua carriera come pittore e autore di happenings, per poi fondare insieme a Manuela Kustermann il Teatro La Fede, per anni punto di riferimento del movimento dell’avanguardia teatrale conosciuto come “Scuola Romana”. Trasferitasi, alla fine degli anni ’80, al Teatro Vascello la coppia Nanni- Kustermann diede vita a un luogo che ancora oggi si contraddistingue come importante spazio dedicato alla sperimentazione capace di mescolare e far convivere diverse forme artistiche.

Note di Regia

A partire da Il Gabbiano di Cechov tentiamo un volo immaginario verso la storia delle rappresentazioni cechoviane, dalla prima edizione di Stanislavskij attraverso le grandi regie del passato, sino al presente remoto di Visconti, Strehler e Peter Brook. Un laboratorio di immagini. Un tentativo di andare ancora più in profondità, liberando la scrittura cechoviana dal suo modello interpretativo.
Attraverso un meccanismo di rimandi, di improvvisazioni, di uso di tecnologie telematiche, elettroniche, vere e false, con passaggi improvvisi di tempo e di spazio, abbiamo cercato di comporre e scomporre questo affresco della vita umana, dove gli eccessi artistici e la loro caduta, i fallimenti, le angosce, gli stati sublimi della creazione si fondono, scontrandosi e omologandosi in una scrittura scenica senza schemi prefissi.

Giancarlo Nanni

Dalla rassegna stampa

Il Cechov di Nanni: impatto visivo e sonoro Una partitura a più voci, questa imbastita da Giancarlo Nanni, dove le illusioni e i disinganni, in un perverso gioco del teatro nel teatro, fanno coincidere l’attore e il personaggio, e identificare l’arte scenica con la vita. Il tutto all’interno di un emozionante affresco dove il mal di vivere, ma anche gli improvvisi entusiasmi, si sdoppiano nei tormenti della creazione artistica.
Emilia Costantini, Corriere della Sera, 26 aprile 2000

Con Nanni e Kustermann Il Gabbiano vola in uno spazio senza tempo E si vada a vederlo, questo parto di una creatività che, come tutte, ha conosciuto flessioni e silenzi, ma, riconosciamolo, non è mai venuta meno a se stessa.
Rita Sala, Il Messaggero, 14 aprile 2000

C’è una bellissima, sperimentale, documentaria e idealistica storia di ensemble della scena, sia romana che nazionale, alle spalle della ripresa odierna de Gabbiano” di Cechov proposto al Vascello dalla compagnia La Fabbrica dell’Attore vent’anni dopo il battesimo che ebbe luogo con la regia di Giancarlo Nitti nel 1998. […] Lo spettacolo, fondato su un capolavoro cechoviano che mette a confronto le complesse generazioni nuove e gli adulti egoisti o narcisi (vedi l’attrice famosa che è appunto interpretata da Kustermann), e che è uno spaccato della borghesia rurale e cittadina della Russia, coi contrasti esistenti tra natura degli ambienti e natura degli animi, era e si ricostituisce ora in forma di laboratorio di visioni artistiche. […] Assistere al “Gabbbiano” è consultare un albo fondativo di percorsi nuovi del teatro.
Rodolfo di Giammarco, La Repubblica, 3 Febbraio 2018