• REPLICHE /11 aprile 2025 h. 21:00
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Uccidiamo il re
Scritto e diretto da Massimiliano Aceti
con Alessandro Cosentini e Massimiliano Aceti
Produzione: Compagnia Sunny Side

“Hai ragione, papà è il problema. Sta morendo ma non sappiamo quando. Ed è lucido.”

Ottantenni che si credono immortali e che continuano a comandare. Giovani cresciuti nel benessere che recriminano ma che non hanno coraggio. Una fotografia straordinaria, spietata, autentica della nostra società. Gabriele e Lorenzo sono due fratelli, ma sono anni che non si vedono. Si ritrovano nella casa del padre anziano, facoltoso imprenditore edile. Gabriele, attore ribelle, è andato via dalla casa paterna molto giovane tagliando ogni tipo di rapporto con il padre; Lorenzo, figlio primogenito, ha deciso di rimanere al fianco dell’imprenditore ma, essendo giudicato dal padre come incapace negli affari, è trattato come un segretario, che si occupa soprattutto delle faccende di casa. I due fratelli si lanciano accuse e recriminazioni. Si rimproverano assenze, colpi bassi e tradimenti. Ma su una cosa sono d’accordo: Il padre è stato la causa di tutto. Con il suo controllo, la ferocia, i maltrattamenti fisici, l’uomo ha reso la loro vita “agiata” un vero inferno di sensi di colpa e inadeguatezza. Gabriele e Lorenzo dopo dieci anni di silenzio prendono una decisione: accelerare il destino inesorabile del vecchio e gestire finalmente l’impresa.I due fratelli avvelenano quotidianamente il padre con piccole dosi di cicuta e prendono presto le redini della società. Ma non passa molto tempo prima di rendersi conto che non sono capaci di gestire tutti gli impegni e le grandi responsabilità che il lavoro richiede. Sono disperati. Cercano di rimettere in forze il padre ma ormai è troppo tardi: il veleno e la vecchiaia lo trascinano sempre più in basso. I due fratelli dovranno così affrontare le responsabilità della vita, senza un passaggio di consegne. Soli.

“Uccidiamo il Re” è uno spettacolo di prosa a due personaggi perennemente in scena per un’ora e mezza. Sul palco una quadratura nera, sette sedie e una poltrona. Lo stile dello spettacolo ricorda i vecchi film della Commedia all’Italiana, in particolare lo stile di Monicelli (Parenti Serpenti-Un borghese piccolo piccolo), dove la comicità si contamina con la tragedia e con la bassezza dell’animo umano. Il testo prende spunto da una storia vera – romanzata e spinta all’eccesso – ed è un grido di protesta contro i nostri padri che continuano a voler restare ‘classe dirigente’ e rendono precari i nostri sogni e il nostro futuro. La messa in scena è esplosiva, i ritmi serrati sono intervallati da flash back della vita passata dei due protagonisti. Un viaggio doloroso e meraviglioso.