• REPLICHE /21 marzo 2025 h. 21:00
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Il figlio del magistrato
di Luca Pizzurro
regia di Luca Pizzurro
musiche originali di Francesco Valente
con Guido Saudelli
aiuto regista Sandro Gallo
assistente alla regia Lauraine Crescione
Produzione: EllegipìTeatro20

La Storia contemporanea del nostro paese è ricca di avvenimenti che hanno scosso l’opinione pubblica tanto da rendere i suoi protagonisti dei Veri e propri simboli. Le stragi mafiose del 1992 che videro Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vittime sacrificali di un sistema marcio e corrotto, a partire dai vertici della nostra società, ebbero proprio questo effetto.
Tutto possiamo dire tranne che Falcone e Borsellino siano morti, i veri morti sono quelli che ancora oggi vivono in carceri di massima sicurezza e sul cui fascicolo è scritto in stampatello “FINE PENA: MAI”. La storia si svolge a Palermo nei 57 giorni che separano la morte di Giovanni Falcone da quella di Paolo Borsellino. Come sempre, anche in questo caso, è esistita una storia parallela a quella che tutti noi abbiamo seguito attraverso gli organi di stampa. Una storia che non ha trovato spazio nelle prime pagine dei giornali o nelle aperture dei telegiornali. Una storia privata, una storia intima, una storia personale. Una storia di famiglia. Il protagonista di “IL FIGLIO DEL MAGISTRATO” è un ragazzo di vent’anni, studente universitario, con sogni, ambizioni, fragilità e speranze, figlio del magistrato più impegnato nella lotta contro la mafia. La domanda da cui l’autore parte per la scrittura di questo testo è semplice e allo stesso tempo articolata. Mentre il mondo stava con il fiato sospeso, cercando di capire quale sarebbe stata la prossima vittima del sistema corrotto Stato-Mafia, cosa accadeva tra le quattro mura di una famiglia che viveva in modo ravvicinato il pericolo della morte? Come cambia la vita di un ragazzo di vent’anni costretto a vivere sotto scorta? Quanto le scelte di un padre possono segnare indelebilmente il carattere di un figlio? Queste e tante altre domande ancora sono quelle che muovono ogni passo che porta lo spettatore ad immergersi in una delle storie italiane più atroci degli ultimi tempi. Come può un figlio credere nel futuro quando di fronte ai suoi occhi crollano gli argini che delimitano ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, il Bene e il male, lo Stato e la Mafia?