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  • SPETTACOLI /14 /15 MAGGIO 2021, h. 20.30
  • PER INFORMAZIONI /080 542 7678

Con Cristina Golotta e Roberto Negri
Regia: Alessandro Marmorini
Scenografia: Alessandro Chiti

Costumi: Francesca Linchi
Realizzazione Scene: Mario Amodio
Organizzazione: Flavia Ferranti
Direzione Artistica: Dino Signorile

Heiner Muller venne definito il “massimo esponente del teatro vivente” dopo Samuel Beckett ed è sicuramente il più importante drammaturgo tedesco del XX Secolo assieme a Bertold Brecht.

Tuttavia il suo scrivere un teatro “enigmatico e frammentario” e il suo sfacciato ragionamento sulla modernità attraverso la riscrittura di classici, ha reso assai complessa l’accettazione del suo lavoro di autore, i suoi testi vennero spesso censurati o proibiti in una Germania spaccata a metà e con un profondo senso di imminente catastrofe nucleare.
Quartett è uno dei testi più celebri e controversi della produzione di Muller, uno dei padri di quello che oggi viene chiamato “teatro postmoderno” o “post-drammatico”. La sua complessa struttura testuale, pregna di riferimenti filosofico-letterari, e il suo profondo scavo nella perversione umana e scenica rende spesso gli allestimenti di tale testo simili a letture o teatro declamatorio, cosa che contribuisce a spostare Muller spesso nell’ambito del letterario più che del performativo.

La sfida di questo progetto è proprio quella di rendere all’opera di Muller l’azione drammatica e teatrale che il suo autore, per il semplice fatto che scriveva prosa drammatica e non saggi filosofici, auspicava.
L’evento, l’azione drammatica non è che non sia presente in Muller, è nascosta, striscia sotto i fiumi di parole a coprire il vuoto, ma c’è. Ed è lì lasciata a pulsare sotto le bruttezze e le mostruosità del nostro essere bestie spesso prive di poesia e assieme capaci di vertiginosi slanci del pensiero. Per questo Quartett può essere visto come il selvaggio ring dove due amanti perduti e annoiati possono evocare le loro più perverse fantasie in un duello di fioretto dell’immaginazione, un cruento gioco di ruolo dove entrambe le individualità tentano di sopraffare l’altra, di rendersi necessarie.

L’utilizzo della riscrittura dei classici per indagare il suo tempo viene riproposto da Muller anche in Quartett, dove i due protagonisti, ricostruiscono attraverso un sadico gioco delle parti la storia de Le Relazioni Pericolose di Laclos.
La trama che ne emerge diviene, oltre che il racconto delle vicende parigine dei due amanti, l’emblematica storia dei due sessi: un Adamo ed un Eva della moderna concezione dei rapporti tra i generi, due figure archetipiche confinate nel vuoto, che occupano il tempo e lo spazio esorcizzando ritualmente la loro condizione.
Ma nulla può giungere a vero compimento in un’atmosfera sospesa e paradossalmente onirica. L’unica certezza alla fine risulta l’ineluttabilità del destino, e forse la consapevolezza che tutta la razza umana potrebbe essere solo il cancro del mondo.