Ai prodi naviganti di Italian Graffiti e a chiunque ama il Teatro

La pandemia propiziò idee che si presentavano con tutte le caratteristiche della lucida follia ma che in realtà avrebbero rafforzato resilienza e ingegno. L’idea di un laboratorio che iniziasse e si sviluppasse a distanza in attesa di tempi migliori fu Italian graffiti che demoliva limiti di età ai partecipanti e criteri tradizionali per affrontare studi sul lavoro dell’attore. Scrivevo dopo una prima fase di confronti in streaming:
“Il Teatro, il suo palcoscenico, il mio pubblico, il mio camerino… mi mancano da morire ma il mio cruccio più intenso viene dalla mancanza dell’abbraccio fisico.


Ci abbracceremo molto presto e ci racconteremo storie vere fingendo che siano finte.
Il tempo dell’abbraccio (con cautela) giunse e il primo appuntamento annuale pubblico ci regalò riflessioni piuttosto gratificanti. E non si trattava solo di parenti e amici.
Ecco quello che scrisse Pasquale Attolico:

Con “Italian Graffiti” si rinnova il grido anarchico e ribelle del Gruppo Abeliano di Bari
Non capita tutti i giorni di vedere ben venticinque giovani attori impegnati in una nuova produzione teatrale: è stato il Gruppo Abeliano ad accettare questa sfida con il nuovo spettacolo “Italian Graffiti”, andato in scena per la prima volta nei giorni scorsi sul palco del Teatro Abeliano di Bari, coraggiosa operazione in cui le promesse della recitazione locale (e non) venivano sospinte, se non trainate, dall’incontenibile entusiasmo di Vito Signorile e del suo spirito instancabile, mai arrestatosi nemmeno a seguito del lungo stop dettato dal periodo pandemico. E, contravvenendo ad ogni buona regola, è proprio da qui che occorre partire, da quel blocco unico degli interpreti della Prima, da quel meccanismo di precisione costruito dal regista e commediografo barese, come se si volesse riavvolgere il rullo dai ringraziamenti finali, che, peraltro, non vedevano alcuna concessione ad un personale riconoscimento…
… Ma Italian Graffiti ha ben altre frecce al suo arco, prima fra tutte la rilettura di parte del grande libro che contiene la storia del Gruppo Abeliano che, all’esame del tempo che passa, appare ancora attuale, vivo, addirittura pulsante, così da risultare impossibile, anche per lo spettatore più distratto, non apprezzare il percorso non solo artistico, ma anche – e, forse, soprattutto – sociale e politico della storica Compagnia barese; Signorile realizza una denuncia dell’oppressione di “certo” potere che attraversa la Storia d’Italia, con una innata particolare attenzione al nostro Sud, e ne mette nuovamente alla berlina episodi e personaggi più o meno noti, sino a giungere ai giorni nostri, sempre con quella inesausta e fanciullesca voglia di sottolineare che il re è nudo.
… Se, come sentenziava Pier Paolo Pasolini – e questo Italian Graffiti crediamo voglia ribadire -, “in Italia il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili”, Signorile intende nuovamente accendere i riflettori del suo Teatro sull’ignobile rinnovarsi di una vessazione che pare non avere fine, ma anche sull’indomabile voglia di scagliarcisi contro, di lottare, di non piegarsi mai, di resistere, come novelli partigiani. Ed ecco che il suo grido anarchico e ribelle, forte di uno sguardo perennemente illuminato e della forza propulsiva dei “suoi ragazzi”, torna a levarsi alto e chiaro, soprattutto se confrontato con il quotidiano silenzio assordante che ci circonda, di fatto realizzando ancora una volta la sua – e nostra – indomita rivoluzione.

Certo caro Pasquale Attolico! Vi è magia in questo eterno gioco che si chiama Teatro!
Siamo al secondo appuntamento annuale col pubblico e, partiti dal “testo e allestimento” di regia che ha caratterizzato il primo anno, siamo a testi/storie elaborate dai singoli attori, a misurare la loro capacità drammaturgica e recitativa, assecondando la tesi del regista, secondo il quale un attore deve essere propositivo e pratico di tante discipline.
Ho preteso che a termine di questo ciclo biennale tutti si rendessero conto che il lavoro di affinamento dell’attore non finisce mai! E che un laboratorio conserva i limiti del poco tempo a disposizione dunque non è una scuola (che dispone di sei/sette ore al giorno per mesi e anni) e tuttavia pure essa insufficiente a formare compiutamente un attore!
Siamo approdati all’isola del dubbio amletico da cui alcuni di loro intraprenderanno il viaggio verso la professione o ulteriori studi o (mai soddisfatti e con curiosità crescente) verso l’isola che non c’è.

Il 3 settembre al Teatro Abeliano ore 20,30 la prova attoriale che conclude il ciclo biennale con lo spettacolo L’ISOLA DEL DUBBIO AMLETICO.
Con Stefano Camposeo, Antonella Cappelli, Tommaso Citarella, Nicola Conversano Edoardo Epifani, M. Teresa Garofalo, Daniela Ladisi, Antonella Liso, Agata Paradiso. Disegno luci Danilo Milillo; Spazio e regia Vito Signorile

Naturalmente Italian Graffiti, la zattera dove si sperimenta la vita cioè il teatro ovvero la vita, riparte con la sua terza edizione con naviganti di qualsiasi età, cultura, provenienza, disposti a puntare il cuore in un viaggio meraviglioso che non ha mete bensì sete di conoscenza.

V. S.

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