Approfondimenti

Dalle origini ai nostri giorni.

22 Settembre 2018

L’infima considerazione sul lavoro dell’Attore da noi regna sovrana dai tempi della sepoltura in luogo sconsacrato, fuori dalle mura.
“Che lavoro fa?” chiese il vigile all’Attore;
“faccio l’Attore”
“Sì ma… come lavoro che fa?”
“l’Attore”.
“Beati voi che state sempre con la capa fresca!” disse il funzionario all’attore;
“che spettacolo fate stasera?” chiese il pescivendolo, il salumiere, il barbiere, il sarto…
poi senza attendere risposta: “si può avere un biglietto?” Naturalmente gratis.
Non sono esenti da pregiudizi i genitori che intervengono pesantemente quando scoprono la vocazione Teatrale ai figli. Fin da piccoli iniziano l’azione di guastatori dei gruppi di gioco: “andate a giocare nei portoni delle case vostre!”;
“Prima il diploma, dopo si vedrà”;
“Cosa ti darà da mangiare il Teatro, spine di ricci?”.
Anche se oggi, ad onor del vero, molti genitori incoraggiano l’inserimento dei figli nel “dorato” mondo dello spettacolo visti gli esempi che vengono da tanta TV-spazzatura dove basta apparire per qualche settimana e tutti scambieranno notorietà per bravura.
Il grillo parlante