Come non lasciarsi coinvolgere in uno scambio di idee sul Teatro Margherita? Da cittadini, prima ancora che da operatori culturali e teatrali.
Senza lasciarsi condizionare dalle mode passeggere e senza lasciarsi tentare da egoismi e interessi di parte. Altroché se ci piacerebbe gestire questo splendido monumento. Sarebbe la realizzazione di un sogno. Il coronamento di una vita spesa per non emigrare, essendo innamorati della propria città e di un lavoro, quello del “teatrante”, difficile oggi ma quasi impossibile in quegli anni sessanta e settanta, quando lo abbiamo intrapreso, trasformando un capannone industriale (intorno al quale, all’epoca, pascolavano ancora delle pecore) in un piccolo ma accogliente teatro, l’Abeliano, in cui svolgere attività culturali polivalenti.
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